sabato 14 febbraio 2009

noi e la matematica

NOI E LA MATEMATICA, OVVERO LA MATEMATICA CHE STA INTORNO A NOI


Nell’articolo sopra riportato, tratto dalla rivista MENTE & cervello, mensile di psicologia e neuroscienze, ho individuato i seguenti concetti, segni e riferimenti di carattere matematico:

21 numeri cardinali
65-2006-60-64-55-2010-1-8-2-5-2020-3-70-4-5.5-34-2007-2030-86-90-14

1 numero ordinale
secondo

2 segni
più e meno

9 percentuali
19%-7%-18%-42.1%-58.1%-31.4%-42.5%-61.7%-69.9%

24 termini affini alla matematica
lungo-maggiore-numero-simile-superiore-pari-disparità-media-quinquennio-cifre-ultracinquantacinquenni-base-diverso-rapporto-progressivo-sessantacinquenni-trentenni-punto-vale-esercizio-analisi-tabelle-interessi-relazioni

intervista al genio della porta accanto


IL GENIO DELLA PORTA ACCANTO

Il “mio” genio della porta accanto è un cugino di mio marito, si chiama Mario, ha cinquantuno anni e fa l’architetto. Questa è l’intervista che ho realizzato con lui.

D. Quando hai scoperto la tua predisposizione per la matematica?

R. Alle scuole elementari, visto che ai miei tempi non c’era la scuola materna e si imparava a leggere e scrivere in prima. Mi ricordo benissimo che, in seconda elementare, la maestra ci faceva fare le gare con le tabelline e dava in premio delle caramelle al vincitore; in quelle gare non avevo rivali, ma poi le caramelle, qualche volta, le regalavo ai miei compagni. Negli anni seguenti, quando facevamo i problemi, la maestra mi isolava dagli altri alunni per non farli copiare e mi faceva lavorare sul davanzale della finestra.

D. Quindi a scuola nessun problema con la matematica fino alla laurea…Hai altri ricordi?

R. Quello che ricordo e dico sempre a mia figlia è il fatto che, anche alle superiori (ho frequentato l’Istituto Tecnico per Geometri) gli insegnanti ci incitavano fare le operazioni matematiche anche complesse e il calcolo delle percentuali a mente, e questa cosa per noi era molto stimolante e a mio parere anche utile.

D. Visto che per il tuo lavoro hai a che fare ancora con i numeri e che la tua formazione risale ad un periodo precedente all’avvento del computer, che rapporto hai oggi con l’informatica nella professione?

R. Per fortuna oggi abbiamo a disposizione strumenti e mezzi che agevolano molto il nostro lavoro e ci consentono di migliorare i nostri prodotti. Per quanto mi riguarda ho un buon rapporto con i nuovi sistemi informatici e multimediali e, a volte non può essere altrimenti, perché nello svolgimento del mio lavoro l’utilizzo di software di progettazione o di interscambio di dati è imprescindibile.

D. Parlami adesso dei tuoi hobbies.

R. Quando posso pratico un po’ di sport, soprattutto il ciclismo, ma la mia passione principale è la musica, suono il clarinetto e il sax da quando avevo dieci anni; ho fatto parte di diversi gruppi musicali e mi diletto a scrivere piccole composizioni e arrangiamenti.

D. E qui torna la matematica! È noto, infatti, che già dai tempi dei greci si sosteneva lo stretto legame esistente tra la musica e la matematica e nel Medioevo la musica veniva annoverata tra le arti del quadrivio, insieme alla aritmetica, geometria e astronomia. Anche nei secoli successivi, fino ad arrivare ai giorni nostri, moltissimi studiosi di diverse discipline, oltre agli stessi musicisti, si sono occupati dell’argomento. Tra i filosofi ti cito Leibniz il quale sosteneva che “la musica è un esercizio aritmetico della mente che conta senza sapere di contare”.


R. Sono perfettamente d’accordo e per rimanere nelle citazioni, Lorenz Mizler, un allievo di Bach, diceva che “la musica è il suono della matematica.

Il mio genio della porta accanto è il primo da destra nella prima fila, in una foto del 1970.

giovedì 12 febbraio 2009

l'albero genealogico della mia famiglia

Questa è la mia famiglia. Per disegnare l'albero genealogico ho usato il software Genopro.

intervista ad un grande matematico

Per la prova P03, Profilo di un grande matematico, ho pensato di proporre un matematico dei nostri giorni: MARCUS DU SAUTOY.


Marcus Du Sautoy, nato a Londra il 26 agosto 1965, è professore di matematica all’Università di Oxford e membro onorario dell’All Souls College. Fa parte della Royal Society University Research per la comunicazione scientifica e del Waldham College. Indicato dall’Indipendent on Sunday come uno degli scienziati britannici di punta, ha vinto nel 2001 il prestigioso Berwick Prize della London Mathematical Society, che è assegnato ogni due anni come premio per la miglior ricerca di un matematico con meno di quaranta anni. Scrive per il Times, il Daily Telegraph e il Guardian, ed ha partecipato a vari programmi televisivi e radiofonici della BBC. Ha tenuto numerose conferenze in diversi continenti per il mondo bancario, in cui ha parlato della matematica che c’è dietro ai sistemi per garantire la sicurezza delle transazioni via Internet.
è autore di numerosi articoli accademici e libri sulla matematica, tra cui il bestseller L’enigma dei numeri primi, tradotto in molte lingue tra cui il cinese e giapponese, che ha venduto 40.000 copie solo in Italia e Il Disordine Perfetto, uscito in Italia prima che in Gran Bretagna nel 2007 edito da Rizzoli.
Marcus Du Sautoy è cresciuto a Henley on Thames dove ha frequentato la Gillots School e il King James College. Vive a Londra, è sposato ed ha tre figli, gioca a calcio e suona la tromba.




Ho avuto modo di incontrare il professore Marcus Du Sautoy a Trento in occasione di una conferenza organizzata dall’Universita’ degli Studi di Trento, e gli ho posto delle domande.

D. Professore sono onorata di fare la sua conoscenza e di poterle parlare, non avrei mai immaginato che sarebbe stato possibile incontrarla. Ho letto molto di lei, come ricercatore eccellente che ha ottenuto importanti, profondi, e sorprendenti risultati.

R. La ringrazio, ma lei mi sta dando più meriti di quelli che posso avere in realtà

D. Ma lei, professore, è uno dei massimi specialisti mondiali di teoria analitica della matematica, un maestro esemplare, che sa guidare i suoi allievi a fare e ad amare la matematica, scrive libri che affascinano i lettori anche qui in Italia.

R. Certo, il vostro paese ama i miei libri, tanto che il vostro interesse ha pagato la mia casa di Londra, e sorride mentre beviamo un caffè.

D. Professore, mi parla della sua famiglia?

R. Sono sposato con una designer israeliana, abbiamo un figlio e recentemente abbiamo adottato due gemelle in Guatemala. Ci siamo trasferiti laggiù per sei mesi, mio figlio è andato a scuola per imparare la lingua e conoscere la cultura delle sorelle. Come vede siamo una famiglia come tante, non ho solo la matematica in mente.

D. Quali sono i sui hobby?

R. Suono la tromba in una orchestra, amo il calcio e lo gioco, sono tifoso dell’Arsenal e amo il teatro.

D. Non è esattamente cosa di tutti i giorni ciò che mi sta dicendo, noi abbiamo un’idea diversa dei matematici.

R. Guardi, signora, bisogna demistificare i luoghi comuni sugli scienziati e in particolare sui matematici, che siano tutti sciatti, sbadati, artistici, dei veri e propri disadattati; non siamo diversi dagli altri intellettuali.

D. I luoghi comuni sulla eccentricità dei matematici si devono, mi sembra, a ragioni evidenti. Trascorrete molto tempo da soli per le vostre ricerche, distaccati dalla società, per il raggiungimento dei vostri scopi a differenza di studiosi di altre discipline. Non le sembra che potreste conciliare la necessità di progredire nella ricerca con quella di un riavvicinarsi alla società?

R. Effettivamente nella nostra società c’è una spaccatura tra le discipline umanistiche e quelle scientifiche, una divisione responsabile dei mille luoghi comuni che da sempre riguardano la materia. I miei libri celebrano il carattere di questi matematici in quanto individui speciali, che si sono allontanati dalla norma, che poi è quello che sto cercando di fare io stesso. Ma quando uno scienziato deve conquistare nuovi territori, deve isolarsi. Io so di essere atipico perché, pur essendo un matematico, mi piace il calcio e dall’esterno sembro una persona “normale”. Sia che ragioni su un teorema o mi trovi su un campo di calcio, mi concentro allo stesso modo. Il mio modo di lavorare lo posso descrivere come “un atto di meditazione buddista: nel caos della vita quotidiana, mi rifugio nel mio studio, il mio spazio tranquillo.” Quando studio matematica, faccio quello e basta, puoi ragionarci in qualunque contesto.

D. Cosa mi può dire della sua esperienza alla radio e alla televisione?

R. Ho lavorato molto alla radio e alla televisione, esplorando le idee della matematica. Le persone non riuscivano a credere che si potesse fare della matematica in televisione, cosa c’è da vedere? È stato un vero progresso per me riuscire a fare alcuni documentari, in particolare uno sull’Enigma dei numeri primi. Era un programma di viaggio perché la matematica è qualcosa di internazionale. Al momento sto facendo una serie sulla storia della matematica dalla Babilonia fino ai nostri giorni, un programma di grande successo.

D. Lei suona la tromba, ritiene che ci sia un legame tra la musica e la matematica?

R. Nel mio libro Finding Moonshine, (titolo italiano Il disordine Perfetto) c’è un capitolo dedicato alla musica in cui indago il modo in cui i compositori e i musicisti sono sensibili al ragionamento matematico, spesso senza esserne consapevoli: ma non sono loro ad essere matematici incoscienti. In molti pensano di non avere un cervello matematico, ma quando pianificano la loro vita seguono modelli e strutture. Credo che siamo evolutivamente programmati per la matematica, anche se a volte un professore può rovinare questa predisposizione.

D. Non è certo il suo caso. Professore, lei come matematico, oltre alla ricerca si è dedicato anche alla divulgazione. Perché?

R. Credo che essere scienziato non sia solo fare scoperte ma anche renderle note. Ma c’è anche un’altra cosa, io sono diventato matematico perché la generazione precedente alla mia ha fatto lo sforzo di interessare alla matematica il pubblico generale, e ho pensato che avrei voluto fare la stessa cosa, quindi, la mia speranza è che la mia divulgazione incoraggi la prossima generazione di matematici ma anche che incoraggi i politici a riconoscere che la matematica è una parte importante della nostra società e con essa è possibile persino orientarsi in questioni delicate e spinose per cercare un punto di stabilità e di equilibrio tra esigenze opposte. Le soluzioni sono sempre qui dentro, dice toccandosi la testa.

mercoledì 11 febbraio 2009

il mio rapporto con la matematica

è questo il titolo che ho dato al mio blog… un diario per illustrare e descrivere il rapporto tra me e la matematica.
Il primo incontro con i numeri e le figure geometriche è iniziato alla scuola elementare e non deve essere stato un amore a prima vista. Ricordo che le tabelline, mentre le studiavo, le ripetevo con i miei nonni (che bello!), le figure geometriche le disegnavo contando i quadratini, ma risolvere i problemi a scuola…
Che fatica e confusione quando è stata la volta di calcolare la spesa, ricavo e guadagno, il peso lordo, la tara e il peso netto, eppure oggi tutto ciò mi sembra un gioco!
I miei genitori hanno avuto una lavanderia dal 1959 al 2006; io sono nata nel 1962, quindi negli anni delle mie elementari, quanti conticini mi faceva fare mio padre nel fare il resto ai clienti dicendomi: “Dai che così ti eserciti per la scuola!” Mi sentivo sempre imbranata, e poi così timida a calcolare di fronte a gente più grande di me, che rossore in viso! Più cercavo di conteggiare il resto per benino, più sbagliavo, …riprovavo e sbagliavo!
Alle scuole medie stessa storia delle elementari, sono stata una brava alunna nelle materie umanistiche, nelle materie scientifiche avevo risultati molto buoni in scienze biologiche, tanto che mi veniva detto, così come alle elementari: potresti fare il medico! ma con la matematica avevo un rapporto di sufficienza.
Il crollo è avvenuto alle scuole medie superiori: Liceo Scientifico.
1° anno rimandata in matematica dalla prof. Rossi
2° anno promossa, c’era la prof. Bianchi di matematica
3° anno rimandata in matematica dalla prof. Rossi
4° anno idem
5° anno finalmente libera.
Questo rapporto difficile con la matematica (e con la mia insegnante) ha condizionato la mia scelta universitaria; ho rinunciato ad una laurea in materie scientifiche e mi sono laureata in Filosofia. Con il passare degli anni, però, mi sono resa conto di avere un vuoto dentro, avrei voluto ripercorrere gli anni del liceo per raggiungere pienamente quelle conoscenze e competenze scolastiche che mi avrebbero dato la possibilità di intraprendere un percorso scientifico.